Non basta pulire i tombini contro il cambiamento climatico.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento delle piogge intense e imprevedibili, un fenomeno che ha colpito anche l’Italia, con episodi alluvionali devastanti in diverse regioni. Il cambiamento climatico, alimentato dall’innalzamento delle temperature globali, sta trasformando il regime delle precipitazioni, rendendo le piogge più violente e concentrate in brevi periodi. Ma mentre gli allagamenti urbani diventano sempre più frequenti, il dibattito pubblico sembra spesso limitarsi a soluzioni di breve termine come la pulizia dei tombini. Una misura necessaria, ma non sufficiente.
Pulire i tombini è senza dubbio importante per prevenire intasamenti che possono peggiorare situazioni di allagamento. Tuttavia, ridurre il problema a una questione di manutenzione locale ignora la portata del fenomeno e i suoi legami con il cambiamento climatico globale. Le città italiane, molte delle quali storicamente mal equipaggiate per gestire grandi volumi d’acqua, sono ora messe alla prova da eventi meteorologici che un tempo erano considerati eccezionali ma che stanno diventando la norma.
La nostra infrastruttura idraulica, in gran parte obsoleta e sottodimensionata, non è più in grado di far fronte a queste nuove criticità. Pensiamo ai recenti nubifragi di Oristano, Bosa e Sassari, dove le strade si trasformano rapidamente in fiumi dopo pochi minuti di pioggia intensa. Questi episodi non sono più anomalie, ma segnali di un sistema che non riesce a rispondere a cambiamenti climatici di portata storica.
Per affrontare il problema in modo efficace, è necessario ripensare il modo in cui le città vengono progettate e gestite. È urgente adottare soluzioni di “infrastruttura verde”, come la costruzione di bacini di raccolta e aree permeabili per assorbire l’acqua in eccesso, invece di lasciarla defluire rapidamente verso il basso e sovraccaricare le reti fognarie. Inoltre, la creazione di spazi verdi e parchi urbani può aiutare a regolare il flusso delle acque piovane, riducendo il rischio di inondazioni.
Le città devono adattarsi anche attraverso sistemi di drenaggio innovativi e la costruzione di barriere naturali o artificiali contro gli allagamenti. È necessario ripensare il tessuto urbano, promuovendo l’uso di materiali drenanti e incoraggiando politiche edilizie più sostenibili.
Le amministrazioni comunali giocano un ruolo fondamentale nella gestione del territorio e nella prevenzione degli allagamenti, ma troppo spesso si trovano a dover affrontare tali problemi con risorse limitate e politiche frammentarie. Serve una maggiore collaborazione tra il governo centrale e le amministrazioni comunali per pianificare interventi a lungo termine e per rendere le città più resilienti al cambiamento climatico. Questo include investimenti su larga scala nelle infrastrutture e la promozione di politiche urbane che tengano conto della sostenibilità ambientale.
Il cambiamento climatico non è un problema che può essere affrontato con soluzioni rapide e locali. La pulizia dei tombini può certamente aiutare a prevenire piccoli disastri, ma non risolverà il problema alla radice. È necessario un approccio olistico e lungimirante che tenga conto dei cambiamenti climatici già in atto e delle sfide future.
Solo con una visione più ampia, che includa innovazioni tecnologiche, riforme politiche e un impegno collettivo per la sostenibilità, potremo sperare di limitare i danni causati dalle piogge sempre più intense e dagli eventi meteorologici estremi. Il nostro futuro, letteralmente, potrebbe dipendere da quanto siamo disposti a investire oggi per costruire città più sicure e resilienti.