L’attacco dell’ex assessore Maninchedda al vescovo di Oristano.
Un’analisi dura e senza esclusione di colpi quella di Paolo Maninchedda, ex assessore regionale ai Lavori Pubblici, che sul sito Sardegna e Libertà lancia una stoccata contro l’arcivescovo di Oristano, monsignor Roberto Carboni. L’esponente del Partito dei Sardi, riferendosi alle impressioni del monsignore di ritorno dall’ennesimo convegno della Conferenza Episcopale Italiana sullo spopolamento delle aree interne, lo definisce banale e ripetitivo.
Secondo l’ex assessore Maninchedda l’arcivescovo di Oristano dice cose banali.
“Posto che si tratta di un argomento di grandi proporzioni, non è che l’arcivescovo potesse dire chissà che cosa di nuovo. E infatti dice cose banali, comuni, ripetitive – afferma Maninchedda -. Però, se ne avesse voglia, potrebbe informarsi sullo spopolamento dai preti che ha confinato nei luoghi più impervi della sua diocesi. Sarà un caso, ma i preti che non baciano l’anello sono, dai tempi di Tiddia, tutti confinati in campagna. In città, solo quelli a ginocchia lise”.
Il pregiudizio verso i vescovi sardi.
Maninchedda ammette di nutrire un pregiudizio sui vescovi sardi vedendoli divisi in due gruppi, i pigri e coloro che aspirano al potere. “Quando li sento predicare, mi prende lo sconforto. Da un lato non trovo, sarà per mio difetto, la differenza dei santi, quell’essere per il mondo senza essere del mondo. Li vedo, infatti, mondani: parlano come i dirigenti nazionali di partito. Parlano sempre di problemi e mai, dico mai, del senso della realtà o lo fanno con attualizzazioni ardite dei racconti biblici e evangelici: roba da catechisti. Sono sempre giulivi. D’accordo sulla letizia francescana, ma è anche lecito chiedersi che cosa ci sia da ridere o da sorridere. Molti adottano lo stile prossemico effeminato-seminariale. Perché? Boh”.
L’invito ai preti di trovarsi un lavoro e non vivere della loro fede.
“Io resto dell’idea che avesse ragione san Paolo quando diceva che anche i preti devono lavorare. Devono avere un mestiere e non devono vivere della fede come mestiere – incalza l’esponente di centrosinistra -. Ma visto che oggi hanno tempo, devono studiare, devono sapere, devono sapere insegnare con la vita e con le parole”.

