Matteo Mucaria, dalle radici oristanesi al successo con l’organetto

Matteo Mucaria

Il grande successo dell’organettista Matteo Mucaria.

Matteo Mucaria, originario di Oristano e attualmente residente a Lotzorai, è riconosciuto come uno dei più talentuosi e affermati suonatori di organetto in Sardegna. La sua passione per la musica, radicata nelle tradizioni locali, si è trasformata in una carriera di successo, portandolo a esibirsi in numerosi eventi e manifestazioni. Con il suo organetto, riesce a evocare emozioni profonde, facendo rivivere le melodie e le storie della sua terra. La dedizione e l’amore per le sue radici sono evidenti in ogni nota che suona, testimoniando un legame indissolubile con la cultura sarda. Attraverso la sua arte, Matteo non solo celebra la tradizione musicale della sua isola, ma contribuisce anche a mantenerla viva, ispirando le nuove generazioni a riscoprire e valorizzare il patrimonio culturale sardo.

Da quanto tempo suona l’organetto e cosa l’ha spinta a iniziare?

Ho iniziato con la fisarmonica, che è stato il mio primo strumento. Dopo qualche anno, però, mi sono appassionato all’organetto, non sapendo nemmeno come fosse fatto. Così, ho acquistato il mio primo Castagnari e mi sono iscritto alla scuola civica di musica. Da quel momento sono passati ormai 19 anni in cui suono questo meraviglioso strumento. Fin dall’inizio ho sentito una forte attrazione per l’organetto. Quando osservavo un organettista suonare, ero affascinato dai movimenti del mantice e dei bassi. Per me, tutto quel movimento aveva una sua armonia e trasmetteva una serenità che, ancora oggi, non riesco a spiegare del tutto. Questo aspetto mi affascinava particolarmente. Ho provato l’organetto per la prima volta durante il pensionamento di mio padre, e da lì è iniziato il mio percorso musicale.

Quali sono le sue influenze musicali e come le integra?

Generalmente ascolto musica tradizionale sarda eseguita con l’organetto, ma traggo ispirazione anche da strumenti come le launeddas e la fisarmonica. Inoltre, apprezzo la musica popolare italiana e francese, così come la musica classica, da cui prendo ulteriori spunti. Seguo con interesse anche altri musicisti che suonano strumenti come il bandoneon e il saxofono.

Ci sono particolari difficoltà nel suonare l’organetto?

Ci sono alcune peculiarità in questo strumento: l’esecuzione dei brani è influenzata dal movimento del mantice, poiché un tasto può emettere due suoni diversi a seconda che il mantice venga aperto o chiuso. Questo può rendere l’approccio iniziale difficile e scoraggiante, ma come per tutti gli strumenti, è necessario impegno, studio e applicazione. Soprattutto, non deve mai mancare la passione.

Ha qualche aneddoto che desidera raccontare?

Ricordo che all’inizio, quando ho iniziato a suonare, ad ogni festa c’era sempre la bancarella delle “cassette” (le musicassette). Puntualmente, chiedevo di comprarne una nuova, ansioso di ascoltare tutte le suonate e le musiche sarde. Era un modo per immergermi nella tradizione musicale della mia terra, e non mi importava se le canzoni fossero strumentali o cantate. Ogni brano rappresentava un pezzo della cultura sarda che desideravo esplorare e apprendere. La gioia di scoprire nuovi suoni e melodie è stata fondamentale nel mio percorso musicale.

Un consiglio da Matteo Mucaria a quanti vorrebbero iniziare a suonare l’organetto?

Consiglio a chi è veramente appassionato di iniziare a suonare questo strumento, perché non si tratta solo di un oggetto, ma di uno strumento capace di trasmettere emozioni, ricordi e felicità. Un altro fattore importante è la nostra cultura sarda, che rappresenta la nostra identità. È essenziale che la nostra cultura rimanga viva nel tempo, indipendentemente dall’età di chi desidera imparare, affinché le nostre tradizioni millenarie non si perdano.

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Pietro Serra nasce a Sassari il 7 aprile 1988 e cresce a Sorso, cittadina nella provincia di Sassari. Giornalista pubblicista, dal 22 gennaio 2024 è direttore del Giornale di Oristano.