L’intervista a Maurizio Sellero.
Maurizio Sellero, 32 anni e originario di Solarussa, è uno dei più talentuosi suonatori di organetto della Sardegna. In un’intervista al Giornale di Oristano, racconta la sua passione per la musica e il legame profondo con questa tradizione, che continua a coltivare con grande dedizione.
Quando e come ha scoperto la sua passione per l’organetto?
Sono sempre stato immerso nel folklore, iniziando il mio percorso fin da bambino all’interno del gruppo folkloristico del mio paese, a soli 4 anni. La passione per questo strumento l’ho scoperta grazie a mio nonno, che, sin da quando ero piccolo, ad ogni festa paesana, mi regalava fisarmoniche giocattolo. All’età di 11 anni, però, arrivò un regalo speciale: una fisarmonica vera. Ho seguito per diversi anni lezioni private per imparare a suonarla, ma nella mia mente è sempre rimasto vivo quel suono squillante dell’organetto, che mi aveva affascinato fin da piccolo. Così decisi di acquistarne uno e di provare a suonarlo da autodidatta. Mi resi presto conto, però, di aver bisogno di una guida e, per questo, mi rivolsi a un amico, il maestro Davide Caddeo di Dualchi, per iniziare un percorso di studio e perfezionamento.
Quale significato ha per Maurizio Sellero suonare l’organetto all’interno delle tradizioni locali?
Riveste un significato di grande rilevanza e comporta anche una notevole responsabilità, poiché implica il compito di rappresentare e interpretare con autenticità i balli e la musica che costituiscono parte integrante della nostra cultura e delle nostre tradizioni.
Ci sono momenti particolari dell’anno, come feste o sagre, in cui il suo ruolo di musicista assume un significato speciale?
Per me, ogni evento, sagra, festa o serata riveste un ruolo fondamentale, senza alcuna distinzione. Ogni volta che mi esibisco, indipendentemente dalla manifestazione, vivo l’esperienza con la stessa emozione e intensità di una prima esibizione. È come se ogni occasione fosse unica e speciale, regalandomi la possibilità di mettermi in gioco e di trasmettere la mia passione al pubblico.
Vi è la passione per la musica tradizionale tra i giovani?
Negli ultimi anni sto assistendo con piacere a un crescente interesse da parte dei giovani verso il mondo della musica tradizionale. Un fenomeno che, fino a qualche tempo fa, risultava piuttosto raro, quasi una nicchia riservata a pochi appassionati, si sta ora trasformando in un movimento più ampio e partecipato. Questa rinnovata attenzione verso le radici culturali rappresenta un segnale positivo, testimoniando una maggiore consapevolezza e voglia di riscoprire le tradizioni.
Ha mai pensato di innovare il suo stile o di mescolare l’organetto con altri generi o preferisce mantenere viva la tradizione in modo autentico?
Preferisco rimanere il più fedele possibile alla tradizione, in modo da poter trasmettere autenticamente tutto ciò che mi è stato insegnato.