Papa Francesco contro gli abusi, ma la strada è ancora lunga

Prete

La lotta di Papa Francesco contro gli abusi nella Chiesa.

Il 18 novembre di ogni anno, la Chiesa cattolica celebra la “Giornata di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi”, un momento di riflessione e speranza per coloro che hanno subito le atrocità degli abusi sessuali all’interno del clero. Un’occasione che richiama, con forza, la necessità di combattere senza compromessi uno degli scandali più devastanti nella storia della Chiesa. La Giornata non è solo un atto simbolico, ma dev’essere il riflesso di un cambiamento che Papa Francesco ha cercato di instaurare fin da subito.

Da quando è stato eletto, il Papa argentino ha posto la lotta contro gli abusi sessuali tra le priorità assolute, dimostrando una determinazione che, per anni, sembrava latitare all’interno della Chiesa nonostante la linea dura adottata contro i pedofili anche da Papa Benedetto XVI. Papa Francesco ha lanciato un chiaro messaggio: gli abusi non sono più da considerarsi un tabù, un problema da occultare per proteggere l’immagine dell’istituzione. La sua attitudine di apertura e condanna degli insabbiamenti è stata un segno di speranza per le vittime. Persone spesso ignorate o, peggio ancora, trattate con indifferenza o disprezzo.

Tuttavia, sebbene vi siano stati alcuni passi avanti, la strada rimane lunga. La vera battaglia contro gli abusi non si gioca solo nell’adozione di norme interne più severe, ma anche nel garantire che le vittime possano essere ascoltate e che le giustizia possa davvero trionfare. Troppo spesso, infatti, la Chiesa ha dovuto fare i conti con la sua stessa lentezza nell’affrontare i casi e con la protezione di alcuni membri del clero da responsabilità legali. Le parole di Papa Francesco, che esprimono solidarietà alle vittime e rinnovano l’impegno a prevenire futuri abusi, devono essere accompagnate da azioni concrete. Così come dalla trasparenza che non può essere messa in discussione.

La giornata di preghiera è, dunque, un richiamo alla coscienza collettiva della Chiesa. Affinché non si perda di vista l’impegno a proteggere i più vulnerabili e a fare i conti con le ombre del passato, senza scuse. Solo così la Chiesa potrà veramente essere un faro di luce, che non solo condanna gli abusi, ma costruisce un futuro di giustizia per tutti.

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