
Il ricordo del carabiniere Salvatore Vinci a Bidonì.
La memoria di Salvatore Costanzo Vinci è stata onorata con profonda solennità questa mattina a Bidonì, dove si è svolta la cerimonia in ricordo dell’appuntato dei carabinieri, caduto in servizio 36 anni fa. L’evento, tenutosi nella piazza Anfiteatro, ha visto la partecipazione delle massime autorità civili e militari della provincia di Oristano, tra cui il comandante provinciale dell’Arma, il Prefetto Salvatore Angieri e il sindaco di Bidonì, Ilaria Sedda. Numerosi cittadini hanno preso parte alla commemorazione, testimoniando il profondo legame tra la comunità e il sacrificio del militare insignito della Medaglia d’Oro al Valor Civile alla memoria.
Morì tragicamente in un conflitto a fuoco.
Un momento particolarmente toccante è stato il passaggio dell’elicottero “Fiamma” dell’11° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Cagliari-Elmas, che ha sorvolato la piazza, suscitando emozione tra i presenti e rendendo omaggio alla figura di Vinci, esempio di dedizione e coraggio. La cerimonia ha permesso di ripercorrere la sua storia, segnata da un impegno incrollabile al servizio della legalità. Arruolatosi nell’Arma nel luglio del 1969, il carabiniere aveva prestato servizio in diverse sedi prima di essere assegnato al Nucleo Operativo di Vercelli, dove il 28 gennaio 1989 perse la vita durante un’operazione antirapina. Quel giorno, a San Giacomo Vercellese, intervenne per fermare due auto sospette, poco dopo l’assalto a un furgone portavalori. Colpito a morte nel conflitto a fuoco, riuscì comunque a reagire, permettendo l’arresto dei responsabili da parte dei suoi colleghi. Un gesto eroico che gli valse il riconoscimento più alto dello Stato.
La presenza dei familiari di Salvatore Vinci nella cerimonia a Bidonì.
Nel corso della cerimonia, il cappellano militare don Marius Minut ha guidato un momento di raccoglimento e preghiera in onore di Vinci e di tutti i caduti dell’Arma, un tributo che ha unito familiari, istituzioni e concittadini nel ricordo del sacrificio compiuto in nome della giustizia. Presenti anche i fratelli e la sorella del carabiniere, che hanno voluto condividere con la comunità l’emozione di una giornata così significativa.
Rievocato il valore e il senso del dovere dell’appuntato.
Le autorità intervenute hanno rievocato il valore e il senso del dovere che hanno contraddistinto l’appuntato Vinci, sottolineando come il suo esempio continui a essere una guida per le nuove generazioni di carabinieri. Il suo nome è impresso nella memoria collettiva non solo attraverso il ricordo di chi lo ha conosciuto, ma anche grazie alle intitolazioni che negli anni hanno reso omaggio alla sua figura: dalla caserma di Arborio nel 1993, alla Stazione dei Carabinieri di Sorradile nel 1999, fino alla stessa Piazza Anfiteatro di Bidonì, che nel 2019 è stata dedicata al suo sacrificio.
La deposizione di una corona d’alloro.
Al termine della cerimonia, la deposizione di una corona d’alloro e gli onori militari hanno suggellato un tributo carico di riconoscenza. Vinci rappresenta l’emblema di un uomo che ha scelto di servire il Paese con coraggio e abnegazione, fino all’estremo sacrificio. Il suo gesto continua a illuminare il cammino di chi, ogni giorno, indossa l’uniforme con lo stesso spirito di dedizione, rinnovando un impegno che va oltre il tempo e la memoria.