Ritrovati due cadaveri in mare nell’Oristanese in pochi giorni

Guardia Costiera

Le indagini sui cadaveri trovati in mare nell’Oristanese.

Le acque del litorale Oristanese hanno restituito, nell’arco di poche settimane, due cadaveri. L’ultimo ritrovamento risale a questa sera, quando, nelle acque di S’Abba Druche a Bosa, è stato scoperto un corpo in avanzato stato di decomposizione. Un altro corpo era stato rinvenuto lo scorso 1° aprile, nelle acque di Punta Tonnara a San Vero Milis. In entrambi i casi, le condizioni in cui sono stati trovati i resti lasciano pensare a un lungo periodo di permanenza in mare. La loro identità rimane ancora sconosciuta, ma l’ipotesi più plausibile è che si tratti di migranti scomparsi in mare durante una traversata nel Mediterraneo finita tragicamente.

Il ritrovamento di un corpo senza vita nelle acque di S’Abba Druche a Bosa.

L’ultimo episodio si è verificato nel tardo pomeriggio di oggi, quando due visitatori in vacanza nella località di S’Abba Druche, nel territorio comunale di Bosa, hanno notato una sagoma galleggiare tra le onde. Il sospetto si è presto trasformato in allarme, e i due hanno immediatamente contattato le Forze dell’Ordine. Sul posto sono intervenuti i soccorritori che, dopo aver raggiunto la zona indicata, hanno proceduto al recupero del corpo. Le condizioni del cadavere, però, hanno reso da subito evidente la difficoltà di un’identificazione. Il corpo, privo del capo e con porzioni degli arti inferiori mancanti, mostrava segni inequivocabili di saponificazione, una trasformazione tipica dei corpi rimasti immersi a lungo in ambiente marino. Si tratterebbe, secondo una prima e prudente valutazione, di un uomo, ma ogni altra informazione è ancora avvolta nell’incertezza.

Un altro ritrovamento a inizio aprile nelle acque di Su Pallosu.

Non si tratta di un caso isolato. Poche settimane fa, il 1° aprile, un altro cadavere era stato scoperto lungo un tratto costiero non molto distante, quello di Punta Tonnara, nei pressi della località di Su Pallosu, nel comune di San Vero Milis. Anche in quel caso, il corpo si presentava in condizioni estremamente deteriorate, probabilmente a causa della lunga permanenza in mare e delle recenti mareggiate che avrebbero potuto spingerlo fino a riva. I segni lasciati dal moto ondoso e dall’azione degli agenti atmosferici avevano compromesso ogni tentativo di identificazione immediata, rendendo difficile persino stabilire l’esatta provenienza del corpo.

L’ipotesi sui cadaveri ritrovati in mare nell’Oristanese.

In entrambe le circostanze, gli inquirenti si sono trovati di fronte a scenari drammatici, in cui il mare sembra aver custodito storie di disperazione. L’ipotesi più accreditata, benché ancora in attesa di conferme ufficiali, è che i corpi potrebbero appartenere a persone migranti, vittime di traversate disperate finite tragicamente. Le autorità stanno lavorando per ricostruire i possibili percorsi e identificare i resti attraverso analisi forensi e confronti con le denunce di scomparsa. Il mare, testimone silenzioso e impassibile, continua così a svelare frammenti di esistenze spezzate, riportando a galla una realtà troppo spesso dimenticata.

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Pietro Serra nasce a Sassari il 7 aprile 1988 e cresce a Sorso, cittadina nella provincia di Sassari. Giornalista pubblicista, dal 22 gennaio 2024 è direttore del Giornale di Oristano.