Il Vangelo di domenica 27 aprile, lettura e commento di don Alejandro

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Il Vangelo di domenica 27 aprile 2025.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,19-31
Domenica 27 aprile 2025

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”.

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”.
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: “Pace a voi!”. Poi disse a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!”. Gli rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”.

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

La riflessione di don Alejandro Garcia Quintero.

Nel Vangelo di san Giovanni, ogni volta che Gesù appare dopo la sua risurrezione, le persone non lo riconoscono subito. C’è bisogno continuamente di segni secondari, per così dire, del fatto che si tratta proprio di lui. Possibile che sono passati tre giorni e non viene riconosciuto? Possibile che deve far vede le mani piagate e il costato? Non lo riconoscono dal viso?

Il messaggio allora è ancora più profondo. Giovanni scrive a cristiani che, come noi, si chiedono come possono riconoscere Gesù risorto e vivo oggi che sono passati così tanti anni dalla sua morte e risurrezione. E la risposta è: guardate le mie mani e il mio costato. Guardate le opere delle mie mani e cosa è uscito dal mio costato, sangue ed acqua simboli della misericordia. Quelle mani hanno accarezzato, insegnato, benedetto, perdonato. Laddove il nostro operato è dissimile d quello di quelle mani, là non c’è il risorto, non lo si può riconoscere. Laddove dalle nostre mani escono opere simili a quelle fatte dal Maestro, è lì che sta il risorto che dona la pace e la forza di continuare a testimoniarlo. Il Signore ci aiuti a renderlo presente risorto oggi in mezzo a noi.

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