Il Vangelo di domenica 8 giugno, lettura e commento di don Alejandro

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Il Vangelo di domenica 8 giugno 2025.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,15-16.23b-26
Domenica 8 giugno 2025

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.

La riflessione di don Alejandro Garcia Quintero.

Noi dello Spirito Santo vediamo e sentiamo gli effetti per il semplice fatto che è puro amore, e l’amore non si può spiegare del tutto. Questo vale per le nostre relazioni umane più vere e profonde, tanto più per la relazione e l’amore più grande che è proprio quella del mistero della Santissima Trinità di cui lo Spirito è la terza Persona.

Nel battesimo abbiamo ricevuto questo amore, siamo “abitati”. Questo Spirito, questo respiro non fa altro che ricordarci ciò che il Signore ha detto e fatto per poterlo vivere anche noi oggi, ce lo ricorda: ri-cor-dare. Riportare al cuore gli insegnamenti del Signore. Nella Sacra Scrittura il nome di Dio è Yahweh (YHWH). In ebraico queste quattro lettere suonano come il suono del diaframma quando respiriamo.
È come se ad ogni nostro respiro noi dicessimo il suo nome, parliamo in nome di Dio.

Quando noi nasciamo la prima cosa che facciamo è piangere, respirare. In qualche modo la prima cosa che facciamo è dire il nome di Dio con il nostro stresso respiro, ogni nostro respiro è una ripetizione del nome di Dio, e quando smettiamo di respirare e moriamo smettiamo di dire il suo nome. Con il nostro respirare noi diciamo il nome di Dio.

Quando ci dimentichiamo che il nostro Spirito, cioè il nostro respiro dice il nome di Dio allora dalla nostra bocca escono parole e azioni cattive. E il respiro cambia, come se ci fossero i polmoni malati. Ecco perché ci è stato dato il dono dello Spirito, l’amore riversato nei nostri cuori, perché possiamo respirare bene a pieni polmoni e attraverso il nostro respiro dire e fare tutto in nome di Dio.

Ecco cos’è l’amore cristiano. Lasciare che tutto ciò che diciamo e facciamo sia fatto “in nome di Dio”: ci guarderemo bene dal profanarlo.

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Sacerdote cattolico dell'arcidiocesi di Oristano.