La mostra del fotografo Stefano Orrù di Oristano.
La nuova mostra dedicata al lavoro di Stefano Orrù apre un percorso che invita il pubblico a riscoprire la memoria visiva della Sardegna attraverso l’obiettivo del fotografo oristanese. L’esposizione, allestita in via Garibaldi 66 a Oristano e inaugurata il 22 novembre alle 17:30, resterà visitabile fino al 30 novembre con ingresso libero. L’iniziativa nasce con l’intento di riportare in primo piano lo stile dei ritratti realizzati tra la fine dell’Ottocento e gli anni Cinquanta del Novecento, un viaggio nella storia locale che unisce immagini contemporanee e atmosfere del passato.
Il ricordo di Achille Parnicich.
Questo nuovo lavoro affonda le radici nel progetto di ricerca che Orrù porta avanti da anni, ispirato alle fotografie scattate in Sardegna tra Ottocento e primo Novecento. Il fotografo non si limita a riproporne l’estetica – luce naturale, pose misurate, abiti ricchi di simboli – ma mira a restituire la profondità culturale e documentaria di quelle immagini, considerate un patrimonio collettivo. La ricerca è stata costruita attraverso lo studio delle tecniche fotografiche d’epoca e l’esame di archivi storici, elementi che hanno permesso a Orrù di creare un linguaggio visivo in grado di evocare un tempo lontano mantenendo al contempo un legame con l’identità contemporanea. A guidarlo è soprattutto la figura di Achille Parnicich (1825-1925), fotografo oristanese che lavorava in via Carmine 19 e che rappresenta un riferimento centrale nella storia della fotografia locale.
Un progetto che celebra l’eredità culturale e l’immaginario delle comunità sarde.
Dallo studio di questo mondo visivo è nato “In sa posa a s’antiga”, progetto che celebra l’eredità culturale e l’immaginario delle comunità sarde. Parte di questo lavoro ha già trovato una prima forma espositiva a settembre, con la mostra “Arratratus” allestita a Cabras in collaborazione con l’associazione culturale e folklorica A Sa Crabarissa, che ha sostenuto l’iniziativa.
Le parole del fotografo oristanese Stefano Orrù.
Il 2025 coincide inoltre con il centenario della morte di Parnicich, ricorrenza che Orrù ha scelto di omaggiare con una nuova esposizione che accosta fotografie storiche e antichi costumi campidanesi. L’obiettivo è ricordare un autore che ha lasciato un contributo decisivo alla memoria visiva di Oristano. “Gli abiti, le persone, le pose – osserva Orrù – diventano simboli di un passato che continua ad appartenerci. Con Sa posa a s’antiga ho voluto dare nuova vita a immagini che raccontano chi siamo e da dove veniamo”.
Il patrocinio del Comune e della Fondazione Oristano.
La mostra è patrocinata dal Comune di Oristano attraverso l’assessorato alla Cultura e realizzata in collaborazione con la Fondazione Oristano e con il Centro di Documentazione e Studio sulla Sartiglia. L’esposizione rappresenta un’occasione per mettere in valore il patrimonio vestimentario, culturale e folklorico locale attraverso il linguaggio contemporaneo della fotografia.
Chi è il fotografo Stefano Orrù.
Originario di Oristano, Stefano Giuseppe Orrù ha costruito nel tempo una carriera solida e versatile nel campo della fotografia professionale. Attivo dal 2011, ha sviluppato un percorso che spazia dal reportage al ritratto, fino ai servizi fotografici per aziende, con una particolare attenzione alla comunicazione visiva nei settori vitivinicolo e agroalimentare della Sardegna.
La collaborazione con diverse testate giornalistiche.
La sua esperienza come fotografo freelance lo ha portato a collaborare con diverse testate giornalistiche nazionali e locali, tra cui L’Unione Sarda e La Stampa di Torino, consolidando competenze significative nel fotogiornalismo e nella narrazione per immagini. Parallelamente, collabora stabilmente con la società Kls Art & Design, occupandosi della componente fotografica in progetti di packaging, comunicazione aziendale e realizzazione di etichette per alcune delle principali cantine regionali.
Nel corso della sua carriera Orrù ha realizzato numerosi progetti espositivi di rilievo. Tra questi si ricordano Momentos, reportage di viaggio in Colombia del 2011; Kimbanta, una mostra di cinquanta ritratti in bianco e nero del 2019; Lockdown 57, dedicata ai giorni della pandemia a Oristano nel 2020; Bodies Rooms, lavoro sui viaggiatori in transito all’Hotel Miramare di Cagliari, sostenuto dalla Fondazione Film Commission Sardegna; e Arratratus Cabras del settembre 2025, tratto dal progetto Sa Posa A S’Antiga.
Le pubblicazioni su diversi libri.
Le sue immagini sono state inoltre pubblicate in diversi volumi e cataloghi, tra cui La Sartiglia (2017), Sardegna. 20 fotografi di feste e riti (2021, Ed. Carlo Delfino), Carlo Contini – L’origine è la meta (2021, Ed. Camelia a cura di G. Serafini) e Palla. Storia del cane che mi ha cambiato la vita di Monica Pais (2024, foto di copertina, Best Seller Ed. Longanesi).
Il professionista intende riportare alla luce lo stile dei fotografi oristanesi.
Il lavoro di Orrù si caratterizza per la capacità di unire sensibilità artistica e rigore tecnico, raccontando persone, territori e realtà aziendali attraverso un linguaggio fotografico diretto, autentico e profondamente radicato nell’identità sarda. Con il progetto Sa Posa a S’Antiga, il professionista intende riportare alla luce lo stile dei fotografi oristanesi, offrendo allo spettatore un viaggio nel tempo che attraversa la fine dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta del Novecento.

