I motivi dei ritardi nell’accredito degli stipendi ai dipendenti Arst.
Non una crisi di fondi ma un passaggio tecnico alla base del ritardo nei pagamenti degli stipendi ai dipendenti dell’Arst. L’assessorato regionale dei Trasporti interviene per fare chiarezza, precisando che alla radice del problema non vi sono motivi economici, bensì la necessità di gestire temporaneamente il processo in modo manuale, anziché affidarsi alle consuete procedure digitali.
Il rinnovo delle autorizzazioni legate alle procedure automatizzate.
Il cambio ai vertici dell’azienda, con il subentro del nuovo amministratore unico Giovanni Mocci, ha infatti comportato un inevitabile rinnovo delle autorizzazioni legate alle procedure automatizzate. Per non attendere i tempi tecnici di completamento dell’iter, si è deciso di attivare una modalità alternativa, più lenta ma immediatamente operativa. I pagamenti, avviati nella giornata di oggi, verranno completati entro giovedì 17 luglio, come conferma l’assessorato.
Le parole dell’assessore regionale ai Trasporti della Regione Sardegna.
“Ringrazio tutte le lavoratrici e i lavoratori di Arst per la pazienza dimostrata e per aver continuato ad assicurare con responsabilità i servizi anche in un momento di transizione operativa» ha dichiarato l’assessora dei Trasporti, Barbara Manca. «Il pagamento è in via di completamento e già dal mese prossimo tornerà ad avvenire regolarmente attraverso i consueti canali digitali”.
Gli stipendi non accreditati aumentano il malcontento tra i dipendenti Arst.
Eppure, nonostante le rassicurazioni ufficiali, nelle ultime ore è montato il malcontento tra i dipendenti, in particolare nel territorio oristanese, dove l’assenza degli accrediti ha suscitato forti proteste. Il contrasto tra le comunicazioni diffuse da Cagliari, che parlavano di una situazione ormai normalizzata, e le difficoltà vissute sul campo ha spinto i lavoratori a proclamare uno sciopero per il prossimo 26 luglio. Una mobilitazione che mette in luce il disagio provocato non solo dal ritardo, ma anche dalla percezione di una distanza tra le dichiarazioni istituzionali e la realtà quotidiana affrontata dal personale.

