Alcuni consigli su come prevenire la violenza domestica.
La violenza domestica non nasce all’improvviso. Si costruisce in silenzio, nella quotidianità, nei piccoli gesti che smettono di essere amore per diventare controllo.
Ogni settimana, anche nei centri più piccoli, arrivano segnalazioni di litigi violenti, denunce, o richieste d’aiuto. Dietro le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, si consumano invece drammi profondi e spesso invisibili. La violenza domestica non è un evento isolato, ma un processo progressivo che attraversa diverse fasi, fino a sfociare, nei casi più estremi, nel femminicidio.
Dal punto di vista criminologico, la violenza domestica segue un ciclo ripetitivo. Nella fase di tensione crescente, il partner violento comincia con critiche, comportamenti di controllo e isolamento sociale. Segue l’esplosione, caratterizzata dall’aggressione fisica o psicologica vera e propria. Infine, la fase di “luna di miele”: il partner chiede perdono, promette di cambiare e minimizza l’accaduto. In questo modo, la vittima può arrivare a normalizzare la violenza, a sentirsi colpevole o persino responsabile di ciò che subisce.
L’aggressore domestico non sempre corrisponde allo stereotipo del “mostro” o del soggetto marginale. Molti hanno un’immagine sociale normale: un lavoro, una famiglia, una vita apparentemente stabile. Dal punto di vista psicologico, emergono spesso tratti di possessività, insicurezza profonda, bisogno di controllo, e bassa tolleranza alla frustrazione. Dietro la violenza c’è quasi sempre una dinamica di potere, non di rabbia momentanea: l’obiettivo non è colpire, ma dominare. Non tutte le ferite si vedono.
Le conseguenze psicologiche della violenza domestica sono spesso più gravi di quelle fisiche: disturbi d’ansia e depressione, attacchi di panico, disturbi da stress post-traumatico (Ptsd), perdita di autostima e senso di identità.
La vittima vive in un continuo stato di allerta, teme le reazioni dell’altro, e finisce per isolarsi da amici, parenti e colleghi. Questo isolamento è la condizione perfetta perché la violenza continui senza testimoni.
La prevenzione non si fa solo con le denunce, ma con la consapevolezza collettiva. Ogni vicinato, scuola, o luogo di lavoro può diventare un presidio di ascolto e segnalazione.
La rete tra forze dell’ordine, centri antiviolenza, psicologi e tribunali è fondamentale: ma ancora più importante è il coraggio della comunità di non voltarsi dall’altra parte.

