Lo scontro sulle energie rinnovabili in Sardegna.
Il Governo Meloni ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la controversa legge regionale che impone un blocco di 18 mesi sui nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili. L’esecutivo sostiene che la norma ecceda le competenze della Regione Sardegna secondo il suo Statuto e contrasti con la normativa statale ed europea, violando gli articoli 3, 41 e 117 della Costituzione. Per questo motivo, il Consiglio dei Ministri ha richiesto alla Corte la sospensione immediata dell’articolo 3 della legge.
La presidente Todde rivendica il suo operato.
La Giunta, guidata dalla presidente Todde, aveva previsto questa mossa da parte del Governo. L’obiettivo della legge regionale era infatti quello di bloccare temporaneamente i nuovi impianti in attesa di completare una mappa delle aree idonee per tali installazioni, che dovrebbe essere pronta prima che l’iter dell’impugnazione si concluda, rendendo così superflua la norma contestata. Todde ha sottolineato che, sebbene la legge fosse stata considerata da alcuni come debole, si è dimostrata efficace al punto da costringere il Governo a intervenire.
Nessuna convocazione da Roma.
La presidente Todde ha inoltre criticato duramente il Governo per non averla convocata, come previsto dallo Statuto sardo, per discutere della questione prima di procedere con l’impugnazione. Ha accusato alcune forze politiche, in particolare Fratelli d’Italia, di lavorare a Roma contro gli interessi della Sardegna. Todde ha rassicurato che la giunta regionale continuerà a lavorare alla mappa delle aree idonee, coinvolgendo territori, comunità e sindaci, ribadendo che la Sardegna non accetterà decisioni imposte dall’alto.

