La festa di Sedilo al centro della polemica di Enrico Rizzi.
La tradizionale festa di “Su Puddu” a Sedilo si trova nuovamente al centro di un’accesa polemica, con un dibattito che contrappone la salvaguardia delle tradizioni locali alla tutela del benessere animale. L’attivista Enrico Rizzi ha presentato una diffida formale al Prefetto di Oristano, sollecitando la revoca immediata dell’autorizzazione all’evento a causa dell’utilizzo di animali veri, sebbene già abbattuti, durante le celebrazioni.
Il caso potrebbe finire in Parlamento.
Il giovane, noto per il suo attivismo in difesa degli animali, ha avvertito che denuncerà alla Procura della Repubblica se la richiesta sarà respinta. La questione ha rapidamente guadagnato rilevanza nazionale, attirando l’attenzione di esponenti politici. Tra questi, l’onorevole Francesco Emilio Borrelli e l’onorevole Alessandro Caramiello hanno espresso il loro interessamento, assicurando un intervento immediato per approfondire il caso e valutare eventuali misure da adottare.
Condannato per aver diffamato un sedicenne.
Rizzi, influencer e militante per i diritti degli animali, è spesso al centro dell’attenzione mediatica per le sue battaglie, talvolta oggetto di controversie. In passato, alcune sue iniziative hanno sollevato critiche e hanno portato a conseguenze giudiziarie. Lo scorso giugno, ad esempio, è stato condannato a una sanzione pecuniaria di 500 euro per aver diffamato un sedicenne in seguito alla morte di una capretta in un agriturismo ad Anagni. Il giovane aveva organizzato manifestazioni non autorizzate contro il minorenne, esponendo pubblicamente la sua fotografia e accusandolo pubblicamente di essere un “assassino”. In questo caso, Rizzi si è detto pronto ad andare in tribunale per opporsi alla condanna. Il noto influencer si dice convinto che non pagherà i 500 euro e che affronterà i giudici.
“Viene falsamente riportato che lo scrivente ha subito una condanna per aver diffamato un sedicenne – ha replicato Enrico Rizzi al Giornale di Oristano -. Trattasi nel caso specifico di un decreto penale di condanna immediatamente revocato, considerato che lo scrivente ha chiesto il giudizio ordinario ed il processo è ancora in corso, esattamente alla prima udienza”.
La gaffe di Enrico Rizzi ai danni di un dirigente della Squadra Mobile di Trapani.
Non è stato l’unico episodio a procurargli problemi con la giustizia. Un mese dopo, una nuova condanna lo ha visto protagonista: sei mesi di reclusione e un risarcimento di 5.000 euro nei confronti di Domenico Meola, all’epoca dirigente della Squadra Mobile di Trapani. La vicenda aveva avuto origine da un post pubblicato da Rizzi su Facebook, in cui denunciava l’operato del funzionario, ritenendolo responsabile di non aver punito un uomo accusato di aver brutalmente ucciso un cane. Il post aveva scatenato un’ondata di telefonate e messaggi ostili all’indirizzo di Meola, che aveva poi sporto denuncia. L’accusa ha evidenziato come Rizzi avesse diffuso informazioni inesatte, dal momento che il poliziotto, quel giorno, si trovava in congedo e non poteva aver impartito alcun ordine. Nonostante il riconoscimento delle attenuanti, il tribunale ha ritenuto l’attivista colpevole per non aver rimosso il post incriminato.
“Si tratta di una condanna non definitiva relativamente ad una presunta diffamazione ai danni di un Dirigente della Polizia di Stato di Trapani. Nel caso specifico trattasi anche in questo caso di un procedimento penale tuttora in corso a seguito di mio ricorso innanzi la Corte d’Appello di Palermo”, replica ancora l’animalista.
La riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Nel frattempo, a Sedilo, l’attenzione resta focalizzata sulla sicurezza della manifestazione. Giovedì scorso, il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica si è riunito a Oristano per discutere le misure necessarie a garantire il regolare svolgimento dell’evento, nel rispetto delle normative vigenti. Il vertice, presieduto dal Prefetto Salvatore Angieri, ha coinvolto le principali autorità locali, che hanno ribadito l’importanza di conciliare la tradizione con la salvaguardia del benessere animale. Per questo motivo, si è deciso di procedere all’abbattimento preventivo degli uccelli impiegati nella rievocazione e di incaricare un veterinario affinché ne certifichi il decesso prima del loro utilizzo. La gestione delle carcasse seguirà precise direttive sanitarie, stabilite in un’ordinanza che verrà emanata dal sindaco di Sedilo, con l’obiettivo di garantire un corretto smaltimento.

