Virus West Nile, l’Avis rassicura: donazioni sicure e controllate

Avis

L’allarme legato alla diffusione del West Nile Virus torna a crescere in Italia, con 31 province – tra cui quella di Oristano – già sottoposte a misure di prevenzione per evitare la trasmissione attraverso le donazioni di sangue e plasma. Si tratta di un’infezione virale diffusa a livello mondiale, che in estate trova terreno fertile a causa della proliferazione delle zanzare, i principali vettori. Il contagio nell’uomo può avvenire tramite puntura diretta oppure attraverso il contatto con animali infetti, come uccelli, cavalli o altri mammiferi. Nella maggior parte dei casi non si manifestano sintomi, ma nel 20% dei contagiati si sviluppa la cosiddetta “Febbre West Nile”, mentre nell’1% possono insorgere complicanze neurologiche potenzialmente letali, soprattutto per gli anziani o chi ha un sistema immunitario fragile. In Italia si contano già sette vittime, un dato che ha portato la vicenda sulle prime pagine dei giornali nazionali.

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Per contenere il rischio di trasmissione, il nostro Paese si affida al “Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta arbovirosi (Pna) 2020-2025”, che stabilisce protocolli e procedure per la gestione di virus trasmessi dalle zanzare come West Nile, Dengue e Chikungunya. Il piano, operativo fino a novembre, si concentra sull’individuazione precoce del virus sia negli insetti sia negli uccelli, per consentire l’attivazione immediata delle misure di sicurezza necessarie. A far scattare l’applicazione dei protocolli di prevenzione sono diversi fattori: la conferma di positività in pool di zanzare o in esemplari di avifauna, il riscontro di anticorpi o di materiale genetico del virus negli equidi, la notifica di un caso umano di malattia neuro-invasiva o di Febbre West Nile e, infine, la positività di un donatore di sangue rilevata attraverso i test di screening.

Quando si verifica uno di questi scenari, viene introdotto il test Nat (Nucleic Acid Test) su singolo campione per tutte le donazioni raccolte nelle province interessate. A livello nazionale, inoltre, viene applicata la sospensione di 28 giorni per chi ha trascorso almeno una notte in zone a rischio, salvo procedere con il test NAT in alternativa. Questo esame, basato su sofisticate tecniche di biologia molecolare, consente di amplificare e identificare frammenti di materiale genetico anche microscopici, permettendo di rilevare la presenza del West Nile Virus o di altri virus come HIV ed epatite C prima ancora che si sviluppino gli anticorpi. In molte regioni il test viene eseguito in via cautelativa su tutto il territorio, mentre nei casi in cui non sia disponibile, i donatori devono attendere 28 giorni dal rientro dalle aree sorvegliate prima di poter donare nuovamente.

Sul fronte della sicurezza, il presidente di AVIS Nazionale, Oscar Bianchi, invita alla massima consapevolezza: «Quello del West Nile Virus è un fenomeno che certamente non può e non deve essere trascurato, in particolare alla luce dei numeri che sta registrando quest’anno. Tuttavia, dobbiamo ricordarci che le procedure di monitoraggio e controllo sulle regolari attività trasfusionali sono ormai consolidate da parte del ministero della Salute e del Centro nazionale sangue. Il rischio del contagio può esserci per chiunque, che si tratti di un donatore o no. La cosa importante da ricordare è essere sempre consapevoli, attenti alle zone in cui ci si trova e, ancor più necessario, informarsi costantemente soltanto dalle fonti ufficiali come ministero, CNS e la stessa AVIS».

Bianchi ribadisce che la cornice normativa rappresenta «una garanzia assoluta di controllo e sicurezza non solo per i donatori stessi, ma soprattutto per i riceventi e per la qualità degli emocomponenti donati». L’estate, con i suoi spostamenti e viaggi, impone prudenza e senso di responsabilità: AVIS, insieme al ministero e al Centro nazionale sangue, monitora quotidianamente la situazione, pubblicando aggiornamenti sulla circolazione del virus e raccomandando ai cittadini di segnalare eventuali permanenze in zone a rischio. «La salute di tutti passa proprio da qui, dalla consapevolezza di ciascuno di noi», sottolinea il presidente.

A confermare che la raccolta di sangue non si è mai interrotta è lo stesso Centro nazionale sangue, che in una nota ufficiale ha rassicurato: “In Italia si continua a donare in totale sicurezza per donatori e pazienti”.

Informazioni su Pietro Serra 833 Articoli
Pietro Serra nasce a Sassari il 7 aprile 1988 e cresce a Sorso, cittadina nella provincia di Sassari. Giornalista pubblicista, dal 22 gennaio 2024 è direttore del Giornale di Oristano.