Da Oristano il sì alla transizione energetica senza speculazione.
“Siamo favorevoli alla transizione energetica, ma siamo contrari a ogni forma di speculazione ed a scelte calate dall’alto che non tengano conto delle posizioni delle comunità e delle istituzioni locali”.
Accolto l’invito del primo cittadino di Oristano.
I sindaci della provincia di Oristano sono uniti nel ribadire la posizione delle loro comunità contro i pericoli della speculazione legata ai progetti sugli impianti di produzione energetica. All’invito del primo cittadino del capoluogo, Massimiliano Sanna, hanno risposto una ventina di sindaci che nel salone del Seminario Tridentino si sono confrontati sulla strategia migliore da mettere in campo per contrastare quella che è stata definita una invasione della speculazione.
Le valutazioni del sindaco Massimiliano Sanna.
Il sindaco Sanna ha aperto il dibattito invitando tutti a trovare una linea condivisa “a cominciare dall’individuazione delle aree idonee e di quelle non idonee. I tempi che ha imposto la Regione sono troppo stretti e le strutture tecniche dei comuni non sono in grado di fornire le risposte richieste”. Una valutazione condivisa da tutti, sia pure nella consapevolezza che i processi se non sono governati vengono imposti e si corre il rischio che le decisioni siano assunte senza che le comunità locali abbiano il tempo per esprimersi.
Parole dure dal sindaco di Allai.
“Siamo di fronte a un’aggressione difficile da fermare e per questo motivo è ancora più importante la consapevolezza e l’unione – ha detto Antonio Pili, sindaco di Allai -. Il metodo di coinvolgimento seguito dalla Regione non è adeguato”.
La richiesta di una moratoria nazionale.
Per il sindaco di Bonarcado, Annalisa Mele, “bisogna far sentire la nostra voca a Roma perché solo una moratoria nazionale potrebbe servire a interrompere i tempi. Siamo favorevoli alla transizione energetica, ma la nostra è una ferma condanna a questa invasione sconsiderata. Ci chiediamo, inoltre, che fine farà l‘energia che verrà prodotta. Non esistono gli impianti per lo stoccaggio”.
La necessità di un fronte comune contro la speculazione energetica.
“Bisogna fare fronte comune, da soli non otteniamo niente. Peraltro dire no a tutto non porta niente – ha sottolineato Danilo Cossu, sindaco di Ula Tirso -. Chiediamo che si tenga conto dei sacrifici già compiuti dai territori e che nel calcolo della capacità produttiva venga conteggiata anche la quota di energia già prodotta, ad esempio quella della Diga sul Tirso”.
La scarsa presenza di sindaci all’incontro di Oristano.
Il sindaco di Busachi Gianni Orrù si è detto rammaricato per la scarsa presenza di sindaci all’incontro di Oristano: “Gli assenti hanno già abbandonato il campo? Oggi la presenza di tutti era fondamentale. La Regione ci impone un quesito stringente, ma non siamo nella condizione di individuare le aree idonee. Allo stesso tempo non possiamo non essere preoccupati per ciò che potrebbe accadere se non esprimessimo il nostro parere”.
La necessità di una transizione energetica che tenga conto delle aziende.
“Abbiamo necessità di energia e serve che sia a basso costo per le nostre aziende – ha evidenziato Sebastiana Moro, sindaco di Tramatza -. Partiamo allora dalla conoscenza del fabbisogno presente e futuro. È un punto di partenza indispensabile per un ragionamento su un tema tanto importante come quello dell’energia”.
A rischio un quinto del territorio di Milis.
Nino Manca, assessore all’agricoltura di Milis, ha ammonito: “Stiamo attenti, non è la prima volta che si realizzano progetti calati dall’alto che non tengono conto dei pareri dei comuni. Milis con gli impianti già realizzati e con quelli previsti sacrificherebbe il 20% del suo territorio”.
Il grido dei sardi deve giungere a Roma.
“Gli impianti per la produzione di energie rinnovabili non devono mettere a rischio le produzioni agricole e alimentari – ha osservato Manuela Pintus, sindaco di Arborea -. Dobbiamo far sentire la nostra voce a Roma e far capire che siamo contrari a ogni forma di speculazione”.
La transizione energetica non deve diventare una nuova servitù.
“Dobbiamo ascoltare il popolo e ciò che sta chiedendo è chiaro a tutti – ha puntualizzato Pierpaolo Pisu, indaco di Tadasuni -. Nel momento in cui la Regione ci impone una risposta in pochi giorni, il Consiglio regionale si prende tre settimane di ferie. Roma deve capire il problema sociale della Sardegna e valutare i sacrifici che la nostra isola ha già affrontato con servitù di ogni tipo: militari, industriali, culturali, dei trasporti”.
L’attacco del sindaco di Paulilatino.
Da Domenico Gallus, sindaco di Paulilatino, “porte sbarrate dalla nostra comunità dove sono state raccolte 600 firme a sostegno della Legge Pratobello. Sottolineo con dispiacere la mancanza dei sindaci di centro-sinistra a questa assemblea”.
L’invito ad ascoltare i comitati spontanei che seguono la transizione energetica.
Infine Giangiuseppe Vargiu (Narbolia) ha invitato a valutare adeguatamente sul ruolo dei comitati spontanei.

