Davide Brentegani, dalla polizia alla passione per il bodybuilding

Davide Brentegani

L’atleta Davide Brentegani racconta il grande amore per lo sport.

Davide Brentegani, 32 anni, originario di Bolzano, è un personal trainer laureato in Scienze Motorie e atleta di bodybuilding della Ifbb Pro League. La sua è una storia di passione, coraggio e trasformazione: dopo aver lasciato una carriera stabile nella polizia di Stato e dopo la nascita della piccola Isabel, ha scelto di dedicarsi completamente allo sport che ama. Lo sportivo racconta nell’intervista al Giornale di Oristano il suo legame profondo con la Sardegna, le difficoltà incontrate nel mondo del bodybuilding italiano e l’importanza della disciplina come chiave del successo. Un percorso di sacrificio e determinazione, esempio di come la passione possa diventare una vera missione di vita. Inoltre, Davide Brentegani è molto seguito sui social, con oltre 100mila follower su Instagram e circa 10mila su Facebook.

Qual è il suo rapporto con la Sardegna?

“La Sardegna per me è un posto speciale. Non ci sono stato tantissimo, solo tre volte, ma mi sono subito trovato così bene che, in qualche modo, la sento casa. È difficile spiegare perché, ma credo che ci sia una connessione profonda che mi lega a questo posto. La mia compagna è mezza sarda, quindi già questa è una parte importante della mia vita che mi lega alla Sardegna. Quest’anno, inoltre, sono stato a Quartu e l’esperienza ha confermato ancora di più quanto questo luogo mi faccia sentire bene. Quando sono lì, sento un’energia particolare, una sorta di tranquillità e forza che difficilmente trovo altrove. La Sardegna mi dà vibrazioni positive ogni volta che ci torno, e sono convinto che sarebbe un posto ideale dove potrei vivere, visto che mi fa sentire davvero bene. È un paradiso sotto tutti gli aspetti: la natura, la cultura, l’autenticità delle persone. Ogni volta che ci torno, la sensazione di appartenenza cresce, e sento che questo legame sta diventando sempre più forte”.

Crede che l’Italia offra abbastanza supporto per chi vuole intraprendere questa disciplina?

“Purtroppo, devo dire che in Italia il bodybuilding non è visto come uno sport vero e proprio. È ancora considerato una disciplina di nicchia e, per molti, siamo solo dei “gonfi” che si sfondano di proteine e integratori senza comprendere realmente il lavoro e la dedizione che ci sono dietro. Spesso non si ha idea di quanto sacrificio, impegno e disciplina richieda arrivare a certi livelli nel bodybuilding. Si parla poco di quanto il corpo venga messo alla prova, non solo fisicamente, ma anche mentalmente. La fatica non si ferma mai, e il percorso è fatto di sacrifici continui, sia sul piano della nutrizione che dell’allenamento. In Italia, purtroppo, manca un vero supporto istituzionale o mediatico per chi vuole intraprendere seriamente questa disciplina. Spesso, chi è davvero appassionato e vuole fare sul serio deve affrontare la difficoltà di autofinanziarsi e formarsi da solo. Anche io ho scelto di lasciare un lavoro sicuro: ero poliziotto, ma ho deciso di mollare tutto per dedicarmi completamente al bodybuilding, per poter crescere come atleta e specializzarmi nel lavoro di personal trainer. È stata una scelta coraggiosa, ma necessaria, perché la passione per questo sport è stata più forte di qualsiasi altra cosa”.

Quali sono stati gli ostacoli più grandi che ha dovuto affrontare nel suo percorso e come li ha superati?

“Il percorso verso la realizzazione del mio sogno non è stato affatto facile. Uno degli ostacoli più grandi è stato sicuramente il momento in cui ho deciso di lasciare il mio lavoro da poliziotto. Abbandonare una carriera stabile, con tutte le certezze che comportava, per inseguire una passione che non è sempre considerata seria, ha comportato una grande dose di rischio. C’erano tanti dubbi, sia da parte mia che da parte di chi mi stava intorno. Non è facile prendere una decisione del genere, e le voci negative e i giudizi non sono mancati. Ma la voglia di crescere, di realizzare il mio sogno e di credere in quello che stavo facendo è sempre stata più forte di tutto. In questo percorso, l’unica persona che non ha mai dubitato di me è stata la mia donna. Lei è stata l’unica che ha creduto in me fin dall’inizio, e se oggi sono qui a raccontare la mia storia lo devo a lei. Nonostante le difficoltà, non ho mai mollato, perché la mia passione mi ha sempre spinto avanti. Ora sto cercando uno sponsor che possa sostenermi nel continuare a gareggiare. Continuare da solo è sempre più difficile, soprattutto quando si punta ad alti livelli. Uno sponsor sarebbe fondamentale per poter continuare a crescere e a partecipare alle competizioni, che sono una parte essenziale del mio percorso”.

C’è qualche aspetto della routine che considera fondamentale per il successo?

“La routine è fondamentale per il successo, e senza disciplina non si va da nessuna parte. È una delle lezioni più importanti che ho imparato, sia durante il mio percorso nel bodybuilding che nel mio passato come poliziotto. La disciplina è quella che ti spinge ad allenarti anche quando non hai voglia, a seguire una dieta rigorosa anche nei momenti di tentazione, a recuperare adeguatamente anche quando il corpo è stanco. Ogni aspetto della mia routine – dall’allenamento alla nutrizione, dal recupero alla preparazione mentale – deve essere curato nei minimi dettagli. Anche quando la motivazione viene a mancare, è la disciplina che ti mantiene focalizzato sugli obiettivi. Ogni giorno è una sfida, ma se sei disciplinato riesci a superare le difficoltà e ad andare avanti. Per me, la costanza è il vero segreto del successo, ed è quella che mi ha permesso di continuare a crescere nel bodybuilding. Senza una routine rigorosa e senza quella mentalità da “soldato” che ho appreso nel mio passato nelle forze dell’ordine, sarebbe stato difficile raggiungere i risultati che ho ottenuto finora”.

Quali consigli darebbe Davide Brentegani a chi vuole intraprendere la carriera di bodybuilder?

“Il primo consiglio che darei è di studiare, di conoscere il proprio corpo e di imparare tutto sulla nutrizione e sull’allenamento. Non basta allenarsi duramente: bisogna capire cosa fare e come farlo per evitare infortuni e per ottenere risultati concreti. Il bodybuilding non è solo una questione di muscoli, è una scienza, è un lavoro mentale prima ancora che fisico. Poi, un altro consiglio fondamentale è quello di essere pazienti. I risultati non arrivano dall’oggi al domani. È un percorso lungo, fatto di sacrifici e di piccoli passi, ma con la determinazione giusta, il tempo ripaga. E, soprattutto, bisogna credere in se stessi, perché nessuno ti darà mai una strada facile. La mia esperienza è la prova che, quando si ha una passione forte e si è disposti a sacrificare tutto per essa, si può raggiungere qualsiasi obiettivo. Infine, non aspettate che qualcuno vi dia il permesso di iniziare. Se davvero ci credete, non c’è momento migliore di oggi per iniziare. Io stesso ho fatto una scelta radicale, lasciando un lavoro sicuro per seguire il mio sogno. Non è stata una strada facile, ma è stata la mia strada, e ogni sacrificio ha avuto un motivo”.

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Pietro Serra nasce a Sassari il 7 aprile 1988 e cresce a Sorso, cittadina nella provincia di Sassari. Giornalista pubblicista, dal 22 gennaio 2024 è direttore del Giornale di Oristano.