Una legge per difendere l’Ardia di Sedilo e le tradizioni sarde

Una legge per difendere l'Ardia di Sedilo e le tradizioni sarde

La proposta di legge regionale per tutelare l’Ardia di Sedilo.

Una legge regionale per tutelare le tradizioni popolari della Sardegna e salvaguardarne l’identità culturale dell’Ardia di Sedilo è al centro dell’iniziativa presentata dai consiglieri dei Riformatori Sardi Aldo Salaris, Umberto Ticca e Giuseppe Fasolino. L’obiettivo della proposta, illustrata nei giorni scorsi in Consiglio regionale, è quello di riconoscere formalmente il valore delle manifestazioni religiose, storiche e culturali che, da generazioni, animano i territori dell’isola.

La tutela dell’Ardia di Sedilo.

La proposta mira a garantire la continuità di eventi simbolici come l’Ardia di Sedilo e i pali tradizionali, oggi minacciati da normative nazionali che, secondo i promotori, non tengono conto delle peculiarità locali e rischiano di compromettere la sopravvivenza di appuntamenti di rilevanza identitaria. In particolare, al centro del dibattito vi è il decreto nazionale dell’8 gennaio, che impone nuove regole sull’impiego dei cavalli purosangue inglesi nei galoppatoi comunali, prevedendo l’omologazione preventiva delle strutture. Una misura che ha sollevato preoccupazione tra le comunità coinvolte, mettendo in discussione lo svolgimento di manifestazioni radicate nella storia di paesi come Orgosolo, Fonni, Guasila, Bono, San Giovanni Suergiu e Pozzomaggiore.

Le parole del consigliere regionale Aldo Salaris.

“Con questa legge vogliamo dire chiaramente che le tradizioni sarde non si toccano – ha dichiarato Aldo Salaris, primo firmatario dell’iniziativa -. Ci troviamo di fronte a un rischio concreto: manifestazioni che da decenni animano i nostri paesi e rafforzano il senso di comunità rischiano di scomparire per l’assenza di strumenti normativi capaci di conciliare tutela, sicurezza e valorizzazione”.

Fra le tradizioni identitarie della Sardegna anche l’Ardia di Sedilo.

Il testo, attualmente all’esame del Consiglio regionale, introduce una serie di misure volte a riconoscere e proteggere le espressioni culturali che costituiscono il cuore pulsante della Sardegna. Tra queste, l’istituzione di un Catalogo regionale delle tradizioni identitarie, il riconoscimento automatico per quelle in attività da almeno 15 anni, la creazione di un Comitato tecnico incaricato di vigilare sulla tutela del patrimonio immateriale, e l’introduzione di linee guida rispettose del benessere animale per le manifestazioni che prevedono l’impiego di cavalli o altri equidi.

L’applicazione uniforme di regolamenti pensati per contesti differenti.

Pur ribadendo l’importanza delle norme di sicurezza e della tutela degli animali, Salaris sottolinea come l’applicazione uniforme di regolamenti pensati per contesti differenti rischi di danneggiare in modo irreversibile pratiche che rappresentano l’identità collettiva di intere comunità. “Non è in discussione la necessità di garantire benessere animale e sicurezza – prosegue Salaris – ma l’applicazione rigida di regole pensate altrove rischia di cancellare una parte viva della nostra cultura, coinvolgendo decine di Comuni, associazioni, operatori culturali e cittadini che ogni anno si impegnano per tramandare riti che sono parte del nostro patrimonio immateriale”.

La difesa delle tradizioni dell’isola.

Attraverso questa proposta normativa, i Riformatori Sardi intendono colmare un vuoto legislativo e lanciare un messaggio chiaro sul diritto dell’isola a difendere le proprie radici. “La Sardegna ha il diritto di difendere le sue tradizioni – conclude Salaris – e noi ci assumiamo la responsabilità di farlo con strumenti concreti e nel pieno rispetto della legge”.

Informazioni su Salvatore Cilano 654 Articoli
Collaboratore - Giornale di Oristano.