Il vescovo Melis si difende: “Ecco come sono andate le cose”

La difesa del vescovo di Ozieri, monsignor Corrado Melis.

Il vescovo di Ozieri, monsignor Corrado Melis, ha deciso di affrontare direttamente le accuse mosse nei suoi confronti. In particolare ha posto l’accento sulla cooperativa sociale Spes, nata con l’obiettivo di reinserire nel mondo del lavoro persone che hanno attraversato momenti difficili e in un’ottica di trasparenza, il prelato ha espresso la sua gratitudine alla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) per il sostegno costante fornito al territorio del Logudoro. In queste attività professionali e caritative si è concretizzato l’impegno della diocesi, con un risultato tangibile. Negli ultimi 10 anni, sono stati investiti complessivamente 2 milioni di euro provenienti dall’8×1000. Questi fondi hanno consentito di sostenere iniziative volte al miglioramento delle condizioni di vita e al reinserimento sociale delle persone in difficoltà.

“Vi scrivo cercando di descrivere ancora una volta tutta la tempesta che soffia sul mio cuore di Pastore – afferma monsignor Melis -. Sento che le fatiche di questi ultimi anni vorrebbero strapparmi via dalla mia vocazione di Padre di questa Chiesa. Riconosco la voce potente del Nemico che insinua nel profondo un vortice di pesantezza e di confusione che spesso demotiva e risucchia le energie. E posso confidare che il carico mi ha più volte obbligato a rallentare. Eppure, puntualmente si è manifestata l’immensa creatività dello Spirito Santo che ha risollevato, risanato e riacceso la domanda: ma io per cosa ci sono?”.

Il vescovo, pur difendendo la sua posizione, ha manifestato la volontà di continuare a lavorare con impegno e dedizione per il bene della comunità. Confermando così il suo impegno verso la cooperazione sociale e il supporto alle persone bisognose.

“Percepisco ogni manifestazione di affetto e di vicinanza come una carezza di Dio e sento forte il richiamo della Quaresima. Il soprassalto della verità e della vita infinitamente più grandi di me, la libertà liberante di chiedere aiuto, il sussulto del cuore che sa di non farcela da solo e sta in costante ricerca dell’Alleato. Ecco. A me questo tempo insegna veramente tanto. Una preziosissima scuola di umiltà, di fede e di verità. Così mi rendo conto di non essermi per niente allontanato dal Vangelo neanche questa volta. Quando le preoccupazioni per le accuse, l’angoscia delle sentenze e le lacrime di sconforto tentano di destabilizzare la passione del mio ministero di Vescovo. Questa è veramente la stessa via del Vangelo: un groviglio di sentieri, bivi, salite, voragini e dossi. Niente di più faticoso, e perciò niente di più prezioso da vivere!”, riflette Melis.

Il vescovo, nel ribadire la trasparenza e la finalità degli aiuti forniti dalla Conferenza Episcopale Italiana, sottolinea l’importanza di mantenere chiare e aperte le modalità di utilizzo dei fondi destinati alle attività sociali e caritative.

“Con chiarezza e animo fermo devo affermare che i poveri, ogni povero e ogni faccia della povertà è sempre stata una scelta preferenziale per questa Chiesa di Ozieri – prosegue il monsignore -. È trasparente e non negoziabile la finalità degli aiuti della Cei. La premura attenta e delicata verso gli svantaggiati del nostro territorio, verso le disabilità emarginate del mondo professionale, verso i disoccupati, padri e mamme di famiglie schiacciati dalla disperazione, i giovani che faticano a trovare una collocazione dignitosa per iniziare a progettare il futuro”.

“Questo prezioso servizio abbiamo sempre cercato di donare attraverso la Caritas diocesana che mi pregio di presiedere e attraverso il suo ‘braccio operativo’, la Spes, la cooperativa sociale di tipo B nata proprio per il reinserimento lavorativo di persone dai vissuti travagliati. Siamo profondamente grati alla Cei che ci ha sempre dato fiducia permettendoci di portare avanti tanti di questi progetti. Sono tutti in queste attività professionali e caritative i 2 milioni di euro dell’8×1000 arrivati globalmente in questi 10 anni di lavoro con gli svantaggiati”, chiarisce Melis.

Il vescovo della diocesi logudorese estende i suoi ringraziamenti ai devoti e ai sacerdoti che dedicano tanto impegno e dedizione al servizio delle anime. “Sento infine forte in questi giorni almeno tre importanti certezze. Il popolo di Dio della nostra Chiesa diocesana conosce personalmente i suoi sacerdoti e riconosce anche il loro quotidiano spendersi per far crescere il Vangelo nelle comunità. Ci sentiamo lusingati dai messaggi che vengono dalle chiese sorelle che conoscono la nostra realtà e hanno sempre stimato l’aria fraterna, onesta e laboriosa che si respira tra i presbiteri e tra i laici della diocesi di Ozieri. Siamo uomini e donne di fede, di preghiera e di azione. In costante cammino verso il Regno, con cadute e accelerate, ma con la forza di camminare assieme. Lasciandoci portare dal vento dello Spirito Santo che guiderà verso la verità anche questa pagina della nostra storia”.

Infine un messaggio di speranza. “Non siamo fatti per sostare nel Venerdì Santo e il mattino di Pasqua risplenderà ancora più prorompente. Non scappiamo via dalla possibilità di scrivere assieme nuovi capitoli del Vangelo e fidiamoci veramente della fantasia dello Spirito che sa inventare vita dove c’è delusione e dolore. ‘Quando siamo deboli, è allora che siamo forti'”.