A Oristano la giornata dedicata alla prevenzione dell’ictus.
Grande partecipazione ieri in piazza a Oristano per l’iniziativa promossa da Asl 5, Areus e Croce Rossa Italiana in occasione della Giornata mondiale contro l’ictus (World Stroke Day). L’evento, pensato per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione e del riconoscimento precoce dei sintomi, si rivela un vero successo, richiamando numerosi cittadini desiderosi di informarsi e sottoporsi ai controlli gratuiti. Già dalle prime ore del mattino, infatti, decine di persone si mettono in fila davanti al gazebo allestito dai volontari della Croce Rossa per ricevere consigli dal personale sanitario e per controllare parametri fondamentali come glicemia, pressione arteriosa e saturazione, utili per monitorare il proprio stato di salute.
Le parole del direttore della Asl 5 Oristano.
“L’ictus è una delle patologie tempo-dipendenti – ha affermato Federico Argiolas -. Chiamare tempestivamente i soccorsi quando si avvertono i primi sintomi dell’ictus è fondamentale, perché solo così si riducono i danni ed è più rapido il recupero, ma più importante ancora è evitare che l’evento si verifichi e questo avviene attraverso stili di vita sani, come una alimentazione corretta ed equilibrata, un’attività fisica costante, evitare il fumo”.
Come riconoscere i segnali d’allarme.
Durante la giornata, gli specialisti spiegano come riconoscere i segnali d’allarme e intervenire subito. “È importante fare molta attenzione a una serie di sintomi, riassunti nell’acronimo inglese “Befast” (balance, eye, face, arm, speech, time): l’improvvisa perdita di equilibrio, l’annebbiamento della vista o il “vedere doppio”, la bocca che “cade” o appare storta, la difficoltà a muovere braccia e gambe o quella nell’articolare le parole – ha spiegato il direttore della struttura complessa di Neurologia dell’ospedale San Martino di Oristano Bastianino Murgia -. In presenza di questi sintomi occorre immediatamente chiamare il 118, senza perdere un solo minuto”.
Agire subito per salvare i pazienti di Oristano dalle conseguenze dell’ictus.
Il messaggio è chiaro: agire subito può salvare la vita e ridurre le conseguenze. Ma anche la fase successiva all’emergenza riveste un ruolo cruciale. “L’ictus può avere conseguenze fisiche, cognitive e comunicative significative ed in questo senso anche la fase successiva a quella acuta è importante – ha dichiarato il direttore della struttura complessa di Medicina riabilitativa e neuroriabilitazione dell’ospedale San Martino di Oristano Andrea Montis -. Una presa in carico precoce del paziente migliora sensibilmente il recupero funzionale”.
All’interno dell’ospedale San Martino opera un’équipe riabilitativa multidisciplinare composta da fisiatra, fisioterapista, logopedista, terapista occupazionale, educatore professionale, neuropsicologo e psicologo, che accompagna il paziente e la sua famiglia in un percorso di riabilitazione globale e personalizzato.
Parla il direttore sanitario dell’Areus.
Presente anche Areus, che sottolinea il proprio ruolo decisivo nella gestione delle emergenze. “Laddove il fattore tempo è decisivo per salvare una vita o una funzione vitale, Areus non può non essere presente, in quanto l’emergenza-urgenza è la sua missione principale” ha affermato il direttore sanitario Stefano Sau, illustrando i dati dell’attività svolta sul fronte dell’ictus. Le centrali operative di Cagliari e Sassari, da gennaio a oggi, registrano mediamente tra i 30 e i 40 casi mensili, con 350 interventi gestiti dalla centrale di Cagliari e 395 da quella di Sassari. La maggior parte dei trasporti avviene tramite mezzi di soccorso avanzato, mentre oltre 70 pazienti vengono trasferiti con l’elisoccorso. Areus, inoltre, partecipa al programma Ems Angels Award, che monitora la qualità della vita dei pazienti colpiti da ictus cerebrale.
Importante la presenza della Croce Rossa Oristano.
Determinante anche il contributo dei volontari del Comitato provinciale della Croce Rossa Italiana, che si occupano dell’allestimento del punto informativo e dei controlli sanitari. “Siamo qui perché la prevenzione deve arrivare prima ancora della chiamata dell’ambulanza – ha osservato il presidente del Comitato provinciale della Croce Rossa Italiana Fabrizio Piras – e perché il nostro compito è servire la comunità”.

