
Il ricordo di Renzo Lampis a Oristano.
Nella mattinata di venerdì, il Comando provinciale dei Carabinieri di Oristano ha ospitato una cerimonia dal profondo significato simbolico e civile: il trentunesimo anniversario della tragica scomparsa dell’appuntato scelto Renzo Lampis è stato commemorato con solennità e partecipazione. Il militare, insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare “alla Memoria”, perse la vita nel 1994 durante un’operazione di cattura di un pericoloso latitante. Aveva solo 39 anni.
Un clima di intensa commozione.
L’evento si è svolto in un clima di intensa commozione e con una nutrita partecipazione di autorità civili e militari. Il Prefetto di Oristano, Salvatore Angieri, il sindaco Massimiliano Sanna e il nuovo Questore Giovanni Corrado Marziano hanno preso parte alla cerimonia, insieme ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine provinciali e ai familiari del carabiniere caduto. Una presenza che ha testimoniato, ancora una volta, quanto profondo e duraturo sia il segno lasciato dal sacrificio di Renzo Lampis nella memoria collettiva.
La deposizione di una corona d’alloro in onore del militare Renzo Lampis.
La cerimonia ha avuto inizio con la deposizione di una corona d’alloro in onore del militare, un gesto silenzioso ma eloquente, che ha aperto un momento di raccoglimento seguito dalla lettura di commosse testimonianze. Le parole pronunciate hanno messo in luce la figura di un uomo che non esitò a mettere la propria vita al servizio della comunità, incarnando i valori più nobili dell’Arma: dedizione, coraggio e senso del dovere.
La canzone dell’Ave Maria interpretata da Salvatore Deriu.
Salvatore Deriu, appuntato scelto dei carabinieri in congedo e decorato per atti di eroismo, ha affidato alla sua voce il momento più toccante. Sulle note dell’Ave Maria, intonata in lingua sarda, la platea ha reso omaggio a Lampis con un lungo applauso, simbolo di riconoscenza e di vicinanza alla sua famiglia. La voce di Deriu, testimone vivente di altri episodi di coraggio – come quello che lo vide affrontare armato dei rapinatori in un ristorante milanese nel 1991 – ha aggiunto ulteriore valore alla celebrazione.
Un assalitore raggiunse Renzo Lampis con colpi di arma da fuoco e lo uccise.
Renzo Lampis, originario di Villa Verde, aveva scelto giovanissimo di arruolarsi nell’Arma. Al momento della sua morte, prestava servizio nel Nucleo Operativo del Reparto Operativo del Comando provinciale di Oristano. La sera del 2 aprile 1994, vigilia di Pasqua, colpi di arma da fuoco lo raggiunsero mentre era impegnato in un’operazione di ricerca che, dopo complesse indagini, portò comunque alla cattura del latitante.
La caserma del Comando provinciale di Oristano porta il suo nome.
Nel corso degli anni, il nome di Lampis ha scolpito la sua memoria non solo attraverso le onorificenze, ma anche grazie a segni tangibili del suo ricordo. La caserma del Comando provinciale di Oristano porta il suo nome dal 2010, e nel 2018 anche la sezione di Marrubiu dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo gli è stata intitolata. Nel suo paese natale, una scultura situata nella piazza principale continua a ricordare ai passanti il volto e la storia di un uomo che ha dato tutto per lo Stato.
Il ricordo del comandante provinciale dei carabinieri.
Durante il suo discorso conclusivo, il comandante provinciale dei carabinieri, Steven Chenet, ha voluto rimarcare il valore della memoria e dell’esempio lasciato da Renzo Lampis. Ha ricordato come il carabiniere sia caduto mentre adempiva al suo dovere, portando sicurezza e speranza, legalità e giustizia in un momento delicato per il territorio. Il suo gesto non rappresenta soltanto un episodio di cronaca o un ricordo del passato, ma continua ad essere una fonte di ispirazione per le nuove leve dell’Arma e per tutti i cittadini. Rinnovare la memoria, a distanza di oltre trent’anni, significa anche riaffermare l’importanza dei valori su cui si fonda la convivenza civile. E in questa luce, il sacrificio di Renzo Lampis non smette di parlare al presente, rappresentando una lezione di coraggio e abnegazione che non può e non deve essere dimenticata.